mercoledì 8 novembre 2023

Francesco Moranino. Perché si colpì dalla parte sbagliata

VENERDÌ 24 FEBBRAIO - ORE 18.30.
presso il SALONE della COOP I MAGGIO
VIA RUCELLAI 12 ingresso da VIA SOLONE
MILANO [MM1 PRECOTTO] 

PRESENTAZIONE DEL LIBRO:
"Francesco Moranino. Perché si colpì dalla parte sbagliata"

Nel libro si illustra la storia del processo al partigiano Francesco Moranino, il comandante «Gemisto», primo parlamentare della storia della Repubblica a subire l’autorizzazione a procedere e all’arresto. Come in molti altri casi, Moranino fu indagato per fatti accaduti durante la guerra di Liberazione solo dopo le elezioni dell’aprile del 1948, che segnarono la sconfitta del Fronte Popolare delle sinistre. Alla fine del processo – istruito e dibattuto da pubblici ministeri e giudici che avevano operato durante il regime fascista – venne condannato all’ergastolo per omicidio plurimo. Per evitare di scontare la condanna dovette espatriare in Cecoslovacchia.

Il libro di Recchioni contestualizza storicamente gli eventi che furono alla base della condanna di Moranino, inserendoli nel complesso contesto politico della Guerra fredda, spiegando come quella vicenda processuale fosse in realtà la metafora di un processo giudiziario molto più generale che mirava alla criminalizzazione della componente maggioritaria comunista della Resistenza, oltre che a minare la forza organizzativa e la grande autorevolezza di cui il Partito comunista godeva presso ampi strati popolari. 

Il lavoro di Recchioni – che poggia su una ricchissima documentazione testimoniale recente e inedita di ex partigiani, sugli archivi dei familiari di Moranino, oltre che sui verbali delle sedute parlamentari, materiali processuali e iconografici – è un importante contributo alla ricostruzione storica del nostro travagliato Secondo dopoguerra.

Il libro si avvale delle preziose prefazioni di Alessandra Kersevan, Lidia Menapace e Pietro Ingrao.


NE PARLIAMO CON L’AUTORE MASSIMO RECCHIONI.



giovedì 16 febbraio 2023

Terezin. Una donna attraverso il secolo delle due guerre mondiali

VENERDÌ 24 FEBBRAIO - ORE 18.30.
presso il SALONE della COOP I MAGGIO in VIA SOLONE
MILANO [MM1 PRECOTTO]
PRESENTAZIONE DEL LIBRO:
Terezin. Una donna attraverso il secolo delle due guerre mondiali

Al nazifascismo si imputa la deportazione e lo sterminio di più di 6 milioni di ebrei: questo è il dato principale della ricorrenza annuale della Giornata della Memoria.
Molta meno enfasi viene riservata agli oltre 9 milioni di oppositori politici, lavoratori, prigionieri di guerra, civili inermi, disabili, Rom, omosessuali, anch’essi vittime della ferocia nazifascista.
Con il passare degli anni anzi si assiste costantemente alla riscrittura della storia, attuata attraverso revisioni di parte, omissioni, strisciante rivalutazione di figure di criminali di guerra, spazio concesso al negazionismo.
In Italia si riafferma, neppure troppo sottotraccia, la favola degli “italiani brava gente” dimenticando i massacri commessi durante le guerre coloniali, di essere stati il primo esercito ad usare il gas contro le popolazioni civili; dimenticando il censimento degli ebrei e la solerte collaborazione con i nazisti nella loro deportazione, l’uso della tortura e l’assassinio di tanti oppositori; dimenticando l’occupazione di Jugoslavia, Albania e Grecia (con i massacri di oppositori e contadini e la distruzione di interi villaggi) e la creazione di campi di concentramento destinati alla pulizia etnica dei popoli balcanici. Anche i soldati italiani inviati in Russia da Mussolini al fianco degli alleati tedeschi sono ricordati come vittime invece che come invasori.
Ogni anno il 10 febbraio si celebra la Giornata del Ricordo delle vittime delle foibe senza che una voce autorevole si levi a contestualizzare quegli eventi, ricordando che fu l’Italia ad invadere la Jugoslavia ed i paesi limitrofi nel 1941 e ad emanare leggi razziali volte a cancellare la cultura slava e italianizzare la regione.

Per parlare di Memoria e Ricordo vi invitiamo alla presentazione del libro “Terezin”, la storia di una donna nata agli albori del XX secolo in un piccolo borgo sulla montagna che sovrasta la cittadina jugoslava di Tolmin e che incarna l’epopea di un’intera generazione, che ha attraversato il ’900 e che, nonostante paure e sofferenze, non ha mai smesso di rivendicare il diritto a un’esistenza migliore.

NE PARLIAMO CON L’AUTORE ARMANDO RINALDI.








lunedì 28 febbraio 2022

Sull'ultimatum di Giuseppe Sala al direttore Valery Gergiev

La richiesta del Sindaco di Milano Giuseppe Sala nei confronti di Valery Gergiev, direttore d'orchestra del Teatro alla Scala per la rappresentazione della recita "La dama di picche" di Tchaikovsky, perché si dichiari contro il proprio Paese, contro convinzioni che Gergiev potrebbe avere, del tutto legittime in uno Stato di diritto, è un atto grave ed inedito nella storia repubblicana del nostro Paese.

Il grave atto compiuto da Sala contraddice i principi su cui si fonda la Costituzione nata dalla Resistenza al nazifascismo, la quale nell'Articolo 21 sancisce che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Sala, anziché avventurarsi in prese di posizione che non favoriscono il dialogo, dovrebbe invece rivendicare a gran voce, essendo Sindaco della prima città Medaglia d'Oro della Resistenza, il rispetto dell'Articolo 11 della Costituzione stessa: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Articolo 11 che oggi sembra divenire carta straccia, nel momento in cui importanti esponenti politici sono intenzionati a inviare militari italiani ai confini con la Federazione Russa.

La risoluzione dei conflitti non avviene attraverso dichiarazioni che alimentano discriminazione e divisione in schieramenti. Queste ricordano, al contrario, i tempi bui della nostra Storia quando per lavorare in determinati ambiti si necessitava di una certa tessera...

Il Sindaco Sala ha sbagliato e condotto una campagna vergognosa degna di chi ha già messo l'elmetto, incamminandosi su una strada scorretta e pericolosa.

Esprimiamo solidarietà e vicinanza al direttore d'orchestra della Scala Valery Gergiev, così come agli altri artisti russi del cast, senza contare che Sala evidentemente non è solo feudale ma anche ignorante: naturalmente non conosce i secolari rapporti artistico-culturali intercorsi tra il nostro Paese e la Russia. 

La Casa Rossa Milano, 28 febbraio 2022

Nella foto: il direttore Valery Gergiev in occasione del concerto sinfonico da lui condotto il 5 maggio 2016 presso le antiche rovine della città siriana di Palmira, per commemorare le vittime della guerra siriana e per celebrare la liberazione della città dopo 10 mesi di duro assedio e saccheggio del sito archeologico da parte dei terroristi dell'ISIS.